7 dic 2015

I limiti del sistema pluripartitico

La sconfitta del peronismo in Argentina e quella del chavismo in Venezuela devono indurre a una riflessione. Il modello di governo rappresentativo occidentale, di tipo parlamentare-suffragista-pluripartitico non può funzionare. Attenzione, non si sta dicendo che deve essere riformato. Si sostiene, al contrario, che esso è irriformabile. O per meglio dire, qualsiasi riforma istituzionale che ne mantenga intatti i presupposti essenziali può soltanto modificare la superficie dei rapporti giuridici, senza essere in grado di incidere in profondità.
Questo sistema di governo si adatta alla perfezione all'egemonia delle nuove oligarchie capitalistiche finanziarie; esso assicura una finta dialettica tra avversari e programmi, ma poi finisce per affermare un'identica visione della società, quella di tipo neoliberale. È vero, in particolari situazioni può crearsi una falla; una forza politica anti-oligarchica può conquistare legalmente il potere vincendo le elezioni e in questo modo riuscire a incidere in profondità nella società e nell'economia di una nazione. Tuttavia questo può avvenire per un periodo limitato di tempo. Le elezioni periodiche metteranno sempre a rischio il governo riformatore. Ciò lo stiamo vedendo in America latina, dove forti opposizioni pro-oligarchiche e neoliberali rischiano di porre fine ai governi riformatori. Una situazione simile rende le "rivoluzioni" antiliberiste sudamericane, come quella peronista e kirchnerista in Argentina e quella bolivariana in Venezuela, molto traballanti.
Il problema è che il governo suffragista-pluripartitico è molto debole, estremamente debole. Si può dire che mai nella storia sia esistito prima di esso un governo così debole. La sua debolezza si deve al breve intervallo tra un'elezione e l'altra, elle grandi limitazioni del potere esecutivo a favore di quello parlamentare, all'ineleggibilità della stessa persona oltre un certo numero di mandati e ad altri fattori che non si starà qui a elencare. Tuttavia per le oligarchie questo non è un grande problema, perché il sistema pluripartitico generalmente non è pluri-ideologico. La pluralità a livello formale e istituzionale non corrisponde a una pluralità a livello socio-culturale. Ciò perché le oligarchie sono in grado ormai di controllare la quasi totalità dei mezzi di produzione, compresi i mezzi di produzione della cultura.
Cosa ne deriva? che la cosiddetta "alternanza democratica", il feticcio del sistema pluripartitico, è in realtà un'alternanza solo formale, in quanto ogni cambio di governo non è un cambio di regime. Anche questo è un fatto nuovo nella storia. Il governo politico può cambiare senza che cambi il gruppo sociale dominante. Di conseguenza la debolezza del governo che può apparire uno svantaggio per le oligarchie e un fatto estremamente democratico è in realtà un vantaggio per esse, poiché nasconde la natura dispotica del potere dietro un velo di rappresentatività formale.
Non è stato sempre così. In passato nell'Europa occidentale la rappresentatività era reale, per quanto limitata, ma questa è durata appena quattro o cinque decenni.
Tuttavia, questo sistema di pluralismo formale permette in alcuni casi un sovvertimento effettivo del potere. Ciò è accaduto in Argentina con l'era dei Kirchner e in Venezuela con i governi di Chavez e Maduro. Ma se un tale sistema permette all'opposizione reale e non solo formale e alle forze anti-oligarchiche di giungere al potere, non permette loro di mantenerlo. Infatti i meccanismi formali assicurano un'egemonia sociale limitata e precaria. La regola dei limiti di mandati presidenziali, ad esempio, ha contribuito alla sconfitta del peronismo, poiché a un capo forte e riconosciuto deve succedere uno meno forte, a meno che questi non compensi un simile svantaggio con una buona dose di carisma personale. Il sistema pluripartitico rappresentativo assicura la possibilità di costituire un governo anti-oligarchico (per quanto ciò in genere sia molto difficile, data l'egemonia economica e culturale dell'oligarchia) ma non di mantenere questo potere. Ecco come la debolezza del governo, che appariva un elemento di garanzia democratico, risulta invece favorevole all'oligarchia e penalizzante per i suoi avversari. Le forze oligarchiche, infatti, conservano il loro potere economico anche quando sono opposizione politica, e possono far leva su questo potere per scalzare un governo ostile. Una volta vinte le elezioni, poi, queste forze assommeranno al potere economico quello politico. Ciò non vale, invece, per i loro avversari, che non possono competere sul piano economico.
Alla debolezza strutturale del governo riformatore antioligarchico che rimane nella cornice del pluripartitismo, bisogna aggiungere quella contingente: difficilmente questo governo potrà riformare radicalmente la società e non potrà spingersi oltre un certo grado di intervento, perché deve tenere a bada l'opposizione che attraverso i suoi organi di propaganda potrebbe trasformare il trauma di un cambiamento troppo repentino e radicale in malcontento popolare e vincere così le elezioni. Inoltre l'opposizione oligarchica è in grado di boicottare gli interventi del governo avversario usando il potere economico. Ad esempio in Venezuela, attraverso la cosiddetta "guerra economica", ovvero la scarsità di merci artificialmente indotta, essa ha creato seri problemi al governo. In casi estremi potrebbe avere i mezzi per ricorrere persino all'illegalità e al colpo di stato contando sull'appoggio di potenze straniere (Cile '73), ma spesso non è necessario.
Un'altra caratteristica del pluripartitismo suffragista è che esso può essere indebolito e annullato in caso di pericolo per le oligarchie, lasciandone intatti i meccanismi formali. Questo sta avvenendo nell'Unione Europea, dove il potere politico del governo e del parlamento è di fatto annullato, per quanto permanga sul piano giuridico. Le oligarchie, infatti, possono contare anche sull'azione a livello sovranazionale. Le forze anti-oligarchiche, invece, possono agire solo all'interno della nazione, o comunque, l'appoggio esterno di alleati stranieri difficilmente potrà controbilanciare il rapido ed efficace coordinamento mondiale dell'oligarchia che per sua stessa natura è sovranazionale e può facilmente creare o potenziare istituzioni internazionali in grado di contrastare i governi nazionali.
La conclusione è evidente. Il sistema di governo di tipo rappresentativo, suffragista e pluripartitico, invece che limitare l'oligarchia, ne è un alleato formidabile che essa all'occorrenza potrà usare per neutralizzare gli avversari. Ciò si deve alla debolezza intrinseca del governo in questo sistema, debolezza che non danneggia la classe socialmente dominante, poiché il pluralismo è solo formale e il cambio di governo in genere non è un cambio di regime, ma può dare alla popolazione l'illusione della "democraticità" delle istituzioni. Infine, è pur vero che un tale sistema può permettere alle forze ostili all'oligarchia di scalzarla dal potere politico in modo legale, ma non permette loro di conservare a lungo questo potere.
Le forze oligarchiche potranno, grazie alle elezioni, tornare al governo in qualsiasi momento e cancellare in poco tempo tutte le riforme sociali fatte dai loro nemici.
Risulta quindi evidente come una forza anti-oligarchica e antiliberista, che voglia opporsi efficacemente al capitale finanziario e realizzare un programma favorevole alle classi subalterne, non può limitarsi ad agire all'interno del quadro istituzionale suffragista-pluripartitico. È necessario, infatti, neutralizzare gli svantaggi di questa forma di governo. E ciò può avvenire in due modi: a livello economico, riducendo drasticamente il potere economico dell'oligarchia se non annullarlo del tutto (quindi espropriandola dei suoi oligopoli), o a livello politico, rafforzando in misura rilevante il potere del governo al di fuori dei vincoli del pluripartitismo (ad esempio limitando i partiti di opposizione, prolungando la durata del mandato, ecc.). In caso contrario, il rischio per il nuovo governo è costante ed è probabile che prima o poi sia sopraffatto dalle forze oligarchiche.




Immagine tratta da: http://www.notimix.com.ar/2015/09/cristina-kirchner-se-reunio-con-nicolas.html

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